Mah, tu dici? A me sembra che la memoria della pandemia, se non consideriamo gli psicolabili complottisti, sia bella archiviata quanto quella dell'influenza spagnola.
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Pure secondo me, a parte forse nei ragazzi in periodo scolastico nel 2020-21, non ci pensa nessuno, e anche loro, se hanno memoria é più a livello subconscio che altro
Non ne parla <> non ci pensa. Ma molto diverso. È un discorso che periodicamente torna nelle conversazioni con amici. Rimuovere poi ha anche un aspetto molto umano, quando è atto personale più che collettivo.
Dubbio che puoi pure promuovere a certezza: come detto a Daniele prima di leggere il tuo post, so anche di aver bias in merito e pure grossi. Al tempo stesso posso dirti che certe sensazioni sono condivise e arrivano da quel dolore comunitario: in primis, un senso di appartenenza che prima negavi.
La prima pur con tutte le difficoltà che abbiamo avutolo ricordo come un periodo soave e felice (la seconda abbiamo ristrutturato casa e no! Solo stress); se ci penso ora invece mi sale ansia retroattiva e mi chiedo: ma come abbiamo fatto? Tipo certi esami universitari dopo averli “passati”.
No, secondo me proprio non ci pensa proprio nessuno, perché altrimenti alcune posizioni politiche sarebbero insostenibili e invece continuano a essere maggioritarie. Possiamo sicuramente parlare di rimozione, ma che sia rimozione o meno, poco importa 🤷♂️
Il fatto che alcune posizioni politiche siano insostenibili, secondo me, dipende più dalla memoria da pesce rosso di gran parte degli italiani, alimentata dal circo politico (il nostro, ma non solo) che ne spara una al giorno proprio per distogliere l'attenzione da questioni irrisolte.
Ma chi se ne frega delle posizioni politiche, parlo di relazioni e di tessuto sociale. Peraltro in modo improprio e indegno, è argomento troppo serio per essere trattato da me.
Il passaggio tra questi e le posizioni politiche non è lineare.>
Lo capisco benissimo perché lo farei pure, non ha senso dire come può essere che in provincia di Bergamo votino in parte a dx. Occorre parlare con la gente, troppe analisi fatte con gli if then.
Guarda, a me basta vedere come gli eroi degli ospedali vengono picchiati o le cassiere e i cassieri trattati quotidianamente: nel tessuto sociale per me non è cambiato nulla. Poi oh, forse sbaglio.
Capisco che dici e, in superficie e in questo circo esibizionista, è così. Ma credo basti grattare un po' ed escono cose che prima non c'erano o, più probabilmente, non vedevo. Archiviare è poi anche un modo per tornare al prima, siamo generazioni cresciute con le merendine, non con la pellagra.
In termini di relazioni sociali ci sono cose risvegliate o rinate da quei giorni, non visibili, che hanno molto a che fare con il mostrare il dolore e soccorrere nel silenzio, con i legami comunitari, con il concetto di vicinanza e appartenenza: concetti forse un po' religiosi o alla Rigoni Stern.
Mah forse nei paesi (tipo dai miei) è così, ma lo era anche prima. Dai capoluoghi di provincia in su a me non sembra, ma la mia esperienza è limitata a pochi esempi.
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Il passaggio tra questi e le posizioni politiche non è lineare.>