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Populism is the sunset of democracy. Italian and British but mostly European. Writer #Rizzoli LaRagione.eu IlFoglio.it inoltreblog.com
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"Manca la politica". Questa lagnosa recriminazione è diventata ormai d'obbligo nel dibattito politico. Per lo più in bocca a chi la Politica non l'hai mai conosciuta o, peggio, ha contribuito a distruggerla aprendo le porte al mainstream populista.

Iuri Maria Prado si incarica di rammentare all'onorevole Lia Quartapelle-e a tutti coloro che, in buona o in cattiva fede, rilanciano le veline di Hamas e dei suoi sodali-di quali orrori si siano resi responsabili alcuni dei dipendenti di quella UNWRA che oggi la deputata PD chiede di riabilitare.

🧵 Questa volta la dotta citazione non era funzionale alla narrazione e quindi l'allarme del New York Times è stato ignorato. Ma la recrudescenza del virus inestirpabile dell'antisemitismo è sotto gli occhi di tutti. 1/3

Dai bambini che vivono bene anche sotto dittatura agli Ayatollah pazienti, il wannamarkismo degli influencer di grido dell’informazione italica si va sempre più consolidando.

Dai bambini che vivono bene anche sotto dittatura agli Ayatollah pazienti, il wannamarkismo degli influencer di grido dell’informazione italica si va sempre più consolidando.

Yuri Previtali è un partigiano. Il foreign fighter italiano, che combatte tra le fila dell’esercito ucraino, è il simbolo della lotta contro il totalitarismo e l’oppressione.

Tra Sindrome di Stoccolma e Sindrome di Stendhal rovesciata, l’empatia per il boia e il fascino perverso dell’orrore hanno trasformato l’oppressione in “complessità”, offuscando il senso di realtà e il pensiero critico.

Putin afferma senza esitazioni che l’Ucraina “non esiste”, negando una realtà nazionale secolare e la sua storia. Nel frattempo, mentre la guerra devasta il Paese, molti pacifisti occidentali fischiettano distratti, invocando una pace vaga e obbedendo al pensiero del Cremlino.

“L’Iran, il bullo del Medio Oriente, ora deve fare la pace. Se non lo farà, i prossimi attacchi saranno molto più devastanti e molto più semplici”.

Prendiamo l’Iran. Repubblica islamica, teocrazia repressiva, famosa per impiccare dissidenti, segregare donne, finanziare milizie armate e invocare la distruzione di Israele. Ma siccome si posiziona contro lo “Stato sionista”, ecco che diventa un soggetto “da comprendere”, se non da giustificare.

Prendiamo l’Iran. Repubblica islamica, teocrazia repressiva, famosa per impiccare dissidenti, segregare donne, finanziare milizie armate e invocare la distruzione di Israele. Ma siccome si posiziona contro lo “Stato sionista”, ecco che diventa un soggetto “da comprendere”, se non da giustificare.

Sfilano al Pride rivendicando diritti conquistati da altri, sotto le bandiere di chi quegli stessi diritti sopprime con violenza. Così l’Occidente, coccolato e inconsapevole, recita la sua pantomima di una libertà che non sa più difendere, perché data per scontata. David Schey su InOltre.

Dalle origini della parola “ghetto” all’abolizione dello stesso nel 1870, una breve e illuminante rassegna della presenza ebraica nella Capitale, a cura di Michele Magno, da leggere su InOltre👇🏼

Bandiera d’Israele alla finestra, folla inferocita in strada: a Parigi, un episodio che rilancia l’allarme sull’intolleranza crescente in Occidente. Un tribalismo ideologico, alimentato da odio e rifiuto del dissenso, che sta minando la convivenza democratica.

Era adesso o mai più. Perché quando una nazione che ha fatto della distruzione dello stato ebraico una missione, sta per mettere a punto un’arma che può spazzare via un paese in pochi secondi, c’è poco da fare i pacifisti.

Era adesso o mai più. Perché quando una nazione che ha fatto della distruzione dello stato ebraico una missione, sta per mettere a punto un’arma che può spazzare via un paese in pochi secondi, c’è poco da fare i pacifisti.

Dalla stagione in cui vincevano i SI', per venir poi sistematicamente traditi e travisati dal legislatore, all'inevitabile avvio della fase agonica dei referendum.

Un uomo solo contro un sistema corrotto: la storia di Sergey Magnitsky. Avvocato moscovita di origini ucraine, scoprì un intricato sistema di corruzione orchestrato da funzionari governativi ai danni dei cittadini russi. Per questo fu arrestato, torturato e lasciato morire in carcere.

La narrativa contemporanea ha smarrito la sua voce filosofica? Un saggio breve di Gustavo Micheletti indaga la scomparsa della riflessione speculativa dai personaggi letterari, tra mutazioni stilistiche e trasformazioni culturali profonde. Da leggere su InOltre.

Referendum 8-9 giugno: quorum mancato, nessuna spallata al governo. Ma il vero fallimento è la totale incapacità della classe politica di dialogare con gli italiani, nascosta dietro slogan vuoti da social e talk show.

Nel Regno Unito si guarda agli scenari e si ricarica l’arsenale. inoltreblog.com/il-regno-uni...

Pubblichiamo il comunicato del partito liberaldemocratico dell’Emilia-Romagna in risposta alla decisione della Regione, annunciata dal Presidente Michele De Pascale, di interrompere le relazioni istituzionali con Israele. Un ringraziamento all’amico Luigi Di Placido. Lo trovate qui, su InOltre👇🏼

“Da alcune settimane, il nome di Agostino d’Ippona è entrato nel dibattito pubblico, grazie all’elezione al soglio pontificio di un religioso agostiniano. Se non ho visto male, tra i molti riferimenti che abbiamo potuto leggere, è mancato quello alla “ordinata dilectio”, ordine dell’amore…”

Mentre in molte piazze europee si levano voci contro la guerra a Gaza, resta il dubbio che, tra quanti invocano la resa di Israele, si sia smarrita la comprensione di quanto accaduto il 7 ottobre.

Quando Alessandro Armaroli conversa con Grok, non è mai una semplice chiacchierata, ma una sfida travestita da dialogo amichevole. Oggi si parla di Trump, promesse mancate, “due settimane” che non arrivano mai e di cosa significhi davvero essere un leader nel mondo di oggi. E di altro ancora.

Londra, 5 ottobre 1999. Un segnale rosso ignorato. Due treni che si scontrano. Un errore fatale. 31 morti, 400 feriti, un Paese sotto shock. Dietro il disastro di Ladbroke Grove, non solo un errore umano, ma il fallimento di un sistema ferroviario privatizzato incapace di garantire sicurezza.

"E’ questa, dunque, la principale questione che le società aperte si trovano a fronteggiare. Non chi deve governare, ma come controllare chi governa, poiché è noto che il potere tende a corrompere chiunque, e il potere assoluto corrompe assolutamente." Vincenzo Russo da leggere su InOltre👇🏼

Spesso, dietro la difesa a oltranza della libertà d’espressione, si nasconde una malafede politica che favorisce interferenze e ingerenze straniere che mirano a sabotare l’integrità dei processi politico-elettorali.

“Amo Israele, ma…” il passaporto morale di chi giudica Israele con standard che non applica a nessun altro. Iuri Maria Prado su InOltre

Immigrazione, il Regno Unito cambia rotta: meno ingressi, più selezione. Il nuovo piano laburista promette rigore nei criteri per lavoratori, studenti e richiedenti asilo, ma si distanzia dal discusso modello Ruanda dei conservatori. Cosa cambia davvero?

Appena si nomina l’ipotesi di centri di rimpatrio all’estero, il dibattito si polarizza. È come se l’idea stessa fosse da approvare o respingere in blocco, senza prima chiarirne i contorni, la natura giuridica o le implicazioni pratiche.

Con i “return hubs” di Starmer, il nuovo corso del governo laburista archivia il modello delle deportazioni forzate previsto dal piano Ruanda dei conservatori e propone una strategia fondata sul rispetto del diritto internazionale.

🧵 Tra falchi di governo, religiosi riluttanti e un’opinione pubblica occidentale sempre più fratturata, Netanyahu insiste con l’offensiva militare, mentre il fronte internazionale si incrina e gli alleati storici si defilano. Intanto, a Doha, Hamas cerca di guadagnare tempo 1/2

Il nuovo report di UN Watch, pubblicato a fine aprile 2025, denuncia un grave conflitto d’interessi che coinvolge Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i “territori palestinesi occupati”.

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A chi ci percepisce poco empatici verso la causa palestinese, ci preme chiarire l’approccio di InOltre: proporre un’informazione critica in contrasto con una narrazione mainstream che spesso rilancia, senza verifica, i dati forniti dall’organizzazione terroristica Hamas.

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Mentre la politica interna americana sprofonda nel caos, a Riad gli interessi geopolitici e tecnologici degli USA restano saldamente nelle mani di un’élite economica che, nonostante il terremoto finanziario scatenato dai dazi, continua a scommettere su Trump. Pietro Molteni su InOltre