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carlaqcorsi.bsky.social
Ho tre gatti, una figlia, molti libri e troppe piante. Mi piacciono il colore verde e i posti silenziosi. Leggo e a volte scrivo. Tra le mie poesie preferite c'è "Scrivere un curriculum" di Szymborska.
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L'anthurium sta mettendo un sacco di fiori e pure le orchidee, il terrazzo è pieno di violette selvatiche e la camelia ha tutti i suoi boccioli che si preparano. Io non so, questa cosa della primavera non mi troverà mai pronta.

Ho messo su il secondo caffè mentre tutti dormono, compresi i gatti. Ho fatto la doccia e lavato i capelli e questa casa è morbida.

Zerocalcare necessario come sempre. intern.az/1LIz

Ieri Anna ha avuto una crisi un po' intensa che l'ha lasciata un po' così, il suo commento è stato "che giornata di merda", così stamattina sta a casa e tutti ci riprendiamo dalla giornata di merda. Tra un po' andiamo a prenderci un krapfen alla crema che guarisce molte cose.

Anna e L. stanotte dormono insieme. Adesso, un po' sistemano la camera, un po' ballano e un po' giocano a fare i gatti. Io assicuro la colazione di domani infornando una torta alle carote.

Sto. youtube.com/watch?v=Pxen...

Io riesco a farmi dire "Carla, non rompa i coglioni" pure dallo psichiatra. Direi, campionessa.

Anna mi ha detto che il vento la fa sentire bellissima perché le muove i capelli ed è come essere fatata. Io non ci avevo pensato mai, a questa magia del vento. Certi incantesimi non sono per tutti.

A me piace pensare che Lucio Corsi ci piace tanto perché è delicato e parla a voce bassa in un mondo che è spesso sguaiato. E forse abbiamo bisogno un po' tutti di quelli che hanno il coraggio della pacatezza.

Mi piace che Anna telefoni alla nonna. Ridono e si raccontano piccole cose che non hanno senso ma che rendono mia madre leggera. Io mia madre leggera non l'ho vista mai, era come se non potesse appoggiare quel peso invisibile che non potevo capire ma di cui vedevo sempre l'ombra.

Incastri.

Nel bar troppo luminoso e troppo rumoroso della piscina , aspettando Anna.

Volevo dire a Lucio Corsi che se alla fine non è un duro deve essere per il cognome. Ce lo portiamo appresso insieme a tutto quello che in noi si rompe spesso e che ci tocca ogni volta aggiustare (o trasformare)

(La verità è che si leggono poche poesie e si finisce per scambiare per poesia qualunque cosa)

È chiaro che.

Ho qualcosa qui

Un Riccardo e un'Anna W. molto lontani.

Ho rivisto "Parthenope". E quel senso di intimità e dolore fortissimo che lascia.

Il vento ulula fuori dalla finestra e il mondo scricchiola. I gatti riposano ma con le orecchie attente.

Ho portato con me il libro da leggere. Credevo mi mancassero una decina di pagine e invece erano solo due e così ora aspetto che Anna finisca ascoltando le conversazioni altrui pur non volendo.

Il momento preferito da Anna a scuola è il cerchio del "come stai", quando ogni bambino e ogni bambina dice come si sente, che colore attribuirebbe a quell'emozione e, se vuole, il perché. Questo dice molto, secondo me, sui bambini e sul loro bisogno di essere visti e ascoltati.

C'è un eccesso di morbidume, qui

Mi piace trovare i nomi per i personaggi, anche quando sono solo accennati o di passaggio. O vivono solo nei ricordi o nei sogni di qualcuno altro. Mi piace tirarli fuori dalla nebbia e renderli corporei, nominandoli.

Ho sognato una volpe di nome Diane che andava spesso in una pasticceria: aspettava che la proprietaria aprisse, tutta accucciata davanti alla porta chiusa. Amava il Pan di spagna farcito con marmellata di albicocche. Il posto era un angolo di Sora dove andavo quando ero bambina.

Ogni volta che cadiamo nel desiderio ingenuo di "un figlio o una figlia più facile", il mondo ci ricorda, giustamente, che siamo qui per questo: per fare da sponda alle onde più alte e per fare rete intorno a quello che si rompe. Ché quando è facile, noi non serviamo.

Sto leggendo "La vegetariana" di Han Kang. È un libro vividissimo, sembra fatto di fotografie a volte eccessive e disturbanti. Però bellissime. Ha una scrittura solida che si può toccare.

"Mamma, perché devo fare tutti questi test?" "Per capire bene il tuo funzionamento e le tue caratteristiche così alle medie sanno già di cosa hai bisogno" "Io ho bisogno di tempo". Si è appena riconosciuta un diritto fondamentale che difenderemo, tutti insieme, sempre.

Fermi tutti. La Treccani, alla spiegazione del plurale dei nomi, dice che "gesto" ha due plurali: gesti e gesta. Quindi il mio dubbio era illegittimo. Mea culpa.

Qui a dubitare che il singolare delle gesta sia "il gesto"

"Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l'unico modo per sperare che quell'indicibile orrore non si ripeta, è l'unico modo per farci uscire dall'oscurità." (Elisa Springer) Oggi più che mai.

"L'ultima cosa bella sulla faccia della terra" di Michael Bible è una lunga poesia di 135 pagine. Bellissimo e inaspettato. Lì dentro c'è tutta la scrittura che serve.

Mirtilla 🖤 (sullo sfondo, due libri su cui ho versato il caffè e sto provando a far asciugare)