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VP Translational Medicine, Oncology R&D AstraZeneca. Co-founder of Medendi.org
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Troppo buono.
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Nessuna ricetta segreta o soluzione facile a base di antielmintici, ma duro lavoro nel capire quali sono questi meccanismi di resistenza, per prevenirli o combatterli, spesso combinando piú terapie allo stesso tempo. E non si tratta di se, ma di quando.
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Quali sono i problemi principali? Lo sviluppo di resistenza a queste terapie. Dico sempre che se le cose vanno male spesso non è perché non ci sono terapie, ma perché smettono di funzionare. Cosa fare per evitare questo?
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Anche questo si sta giá facendo, e sta permettendo di riscrivere in parte molti manuali di oncologia medica. Le terapie mirate stanno andando ad una velocitá tale da rendere “vecchi” i manuali di dell’anno scorso.
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Per esempio anticorpi “armati” con tossine chemioterapiche che peró vengono veicolate solo nelle cellule contenenti quelle determinate proteine, che sono prevalenti nelle cellule tumorali. Stessa cosa vale per alcune immunoterapie.
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Cosa significa? Significa che a volte solo la presenza di una certa proteina, indipendentemente da quanto questa possa essere importante per la crescita tumorale, puó essere sfruttata per trattare i pazienti con farmaci specifici.
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Ma si stanno giá usando? Certo, tutto quello che ho elencato si trova nella pratica clinica oggi, ma moltissimo si sta facendo perché a queste indicazioni se ne aggiungano di nuove. E a volte non sfruttando “solo” alterazioni genomiche.
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Ma quali sono queste alterazioni specifiche? Esempi sono mutazioni di EGFR o fusioni di ALK e ROS nel cancro al polmone o BCR-ABL in alcune leucemie. Mutazioni di BRAF in melanoma, amplificazioni di HER2 nel cancro al seno.
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Per identificare questi talloni d’Achille servono analisi molecolari. Il tumore viene testato per la presenza di biomarcatori specifici (biopsia liquida o tissutale). Se c’è una mutazione trattabile, il paziente riceve un farmaco su misura.
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Terapie specifiche spesso significa meno effetti collaterali. Tassi di risposta più alti, meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia e migliore qualità di vita. Ma soprattutto si colpisce il tumore proprio nel suo tallone d’Achille.
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Pensate ad un cecchino al posto di una mitragliatrice. Questi farmaci bloccano segnali che fanno crescere, dividere o diffondere le cellule tumorali. Colpiscono proteine prevalenti nelle cellule tumorali, risparmiando le cellule sane.
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A differenza della chemio, che attacca tutte le cellule in rapida crescita, le terapie mirate colpiscono molecole specifiche che guidano il tumore, cioé molto importanti per la crescita e la sopravvivenza delle cellule tumorali.
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Si
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Direi di sì.
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Sarai il mio primo bloccato su questa piattaforma 😅.
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O con il gnocco fritto del giorno prima.
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Un farmaco di una compagnia italiana, vero. Altri farmaci simili sono in sviluppo clinico. Dico sempre “non se ma quando”. In questo caso è ora.
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Si
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Nessun trattamento sperimentale
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Magari
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Mi dispiace.
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www.bbc.com/news/article...
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No
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Non vorrei ripetermi, ma credo che per ogni cosa che ho scritto sia questione di quando, non di se. Le variabili piú imprevedibili non sono se arriveremo ad avere questo progresso scientifico, ma l’apertura mentale per accoglierlo e la volontá politica di applicarlo. Fine.