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enroboh.bsky.social
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Regista di “Dieci capodanni” e soprattutto di quel gran film che è “As Bestas”.
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< Tantissima strada va fatta, ma proprio tanta, ma è un cammino iniziato e senza possibilità di regressione. La tecnologia è grande alleata nel gestire le differenti esigenze, il resto lo fanno lo sport (sia benedetto), la scuola e alla fine, la gente con la sua percezione. Senza ritorno.
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< Ci si è affrancati dal "diversamente abili", il prossimo passo lo sarà dal concetto di inclusione. E anche il pietismo lentamente se ne va, anche quello in totale buona fede. Questo grazie ad un lavoro veramente notevole che una spallata alla volta, abbatte muri ed etichette. Per cui no >
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Sono assolutamente d'accordo con te; è molto bello ciò che scrivi e mi piacerebbe un giorno riprendere l'argomento. Ma io contesto l'"arretramento". Era meglio 10 anni fa? No, in ogni settore, a partire dal quello che fa motore: la sensibilità sociale, cui politica e media devono adeguarsi >
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"Massimo arretramento" però direi proprio di no. La comunità delle persone con disabilità è molti passi avanti rispetto anche solo a 10 anni fa. Grazie anche al lavoro enorme che hanno fatto per sganciarsi dall'identitarismo, al loro non voler essere "speciali", ma persone con bisogni speciali.
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Spanoulis grande allenatore, stesso cervello che aveva in campo.
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"più una copia di Gioia", leggo i tuoi thread anche solo per queste cose, è tipo una caccia al tesoro.
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"guerriera di tozziana memoria" ❤️
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Certo, non era un commento di certo esclusivo; si parlava di Milano, città della quale si parla quasi sempre come fosse un monoblocco caricaturale.
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Non ho gli elementi per dire se sia bella o meno, avendo un approccio poco più che da pendolare, anche se decennale. Mi ha sempre infastidito che se per molte città è sempre pregiudizio, per Milano tutti han sempre le idee chiare. Poi coi luoghi comuni ci gioco a anch'io, devo pure difendermi :)
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Esatto, ci sono tante Milano anche poco coerenti tra loro a distanza di poche centinaia di metri. Mi piace molto fare a piedi il tratto tra Lambrate e Buenos Aires; passi attraverso la vecchia Milano e ti trovi in una zona molto diversa. Altri 15' a piedi e sei in Montenapoleone, altra Milano ancora
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Io grande fan del punto e virgola. Che poi lo usi correttamente è altro paio di maniche, ma mi è sempre piaciuto.
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Tutti i capoluoghi lombardi spariscono nel confronto con Milano, ma hanno quelle dimensioni che tendono una mano al paesotto e l'altra alla grande città.
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Credo che non esista "Milano", ma tante Milano che spartiscono tra di loro solo il sindaco.
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Scoperta dopo, questa cosa, mi era piaciuto molto il centro con negozi normali, quelli dell’Inter in milanese, pareva la macchina del tempo. Parlo di 30’ di giro a piedi, eh, però l’impressione era un po’ da viaggio nella mia infanzia.
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*un’edicola
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Cesano Boscone. Ci sono stato per la prima e unica volta un paio di mesi fa, tre pensionati in un edicola in centro a parlare in milanese dell’Inter di Trapattoni, li avrei ascoltati per ore. La vita, quella vera.
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Ad esempio?
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Qui la versione originale.
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Ma qui abbiamo @gvallortigara.bsky.social , chissà se può dirci qualcosa sulla memoria dei pesci rossi.
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(ahahah sai che me lo chiedo anche io ogni volta che la dico. come quella dei cavalli che dormono in piedi)
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Dubbio che puoi pure promuovere a certezza: come detto a Daniele prima di leggere il tuo post, so anche di aver bias in merito e pure grossi. Al tempo stesso posso dirti che certe sensazioni sono condivise e arrivano da quel dolore comunitario: in primis, un senso di appartenenza che prima negavi.
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Ma per carità, non la metterei su chi sbaglia o meno e quello che dici è sicuramente vero, ma credo tocchi altri aspetti del quotidiano come dire più "puntuali" (con i cassieri e cassiere io vedo molta gentilezza, ad esempio). Parlo di legami di comunitari profondi, ma so di avere bias in merito.
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Ascolta, se ti va, l'intervista di Piperno al Salone del Libro dell'altro giorno quando parla della letteratura come forma di sensibilizzazione sociale e politica. Radio3 è una campana di vetro tanto quanto il trash-camp qua sopra.
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Lo capisco benissimo perché lo farei pure, non ha senso dire come può essere che in provincia di Bergamo votino in parte a dx. Occorre parlare con la gente, troppe analisi fatte con gli if then.
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Ma chi se ne frega delle posizioni politiche, parlo di relazioni e di tessuto sociale. Peraltro in modo improprio e indegno, è argomento troppo serio per essere trattato da me. Il passaggio tra questi e le posizioni politiche non è lineare.>
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Non ne parla <> non ci pensa. Ma molto diverso. È un discorso che periodicamente torna nelle conversazioni con amici. Rimuovere poi ha anche un aspetto molto umano, quando è atto personale più che collettivo.
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In termini di relazioni sociali ci sono cose risvegliate o rinate da quei giorni, non visibili, che hanno molto a che fare con il mostrare il dolore e soccorrere nel silenzio, con i legami comunitari, con il concetto di vicinanza e appartenenza: concetti forse un po' religiosi o alla Rigoni Stern.
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Capisco che dici e, in superficie e in questo circo esibizionista, è così. Ma credo basti grattare un po' ed escono cose che prima non c'erano o, più probabilmente, non vedevo. Archiviare è poi anche un modo per tornare al prima, siamo generazioni cresciute con le merendine, non con la pellagra.
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ma qui sopra il rischio di malintesi è troppo alto e lasciamo stare. Il mio riconoscerti un grande merito era nel tuo legare il relazionarsi sottinteso nel post iniziale con il passaggio pandemico. Forse è presto per una sorta di analisi seria (e di certo non la farò io), ma ne siamo usciti diversi.
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Lo specifico è senza dubbio figlio della propria esperienza, un po' come tutto, del resto (e ovviamente mi spiace che ti abbia toccata direttamente). Anche sul concetto di disagio andrebbe fatta una riflessione più serena su come sia diventato pervasivo e distorto (e a discapito di chi soffre), >
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Quello che ha lasciato la pandemia nel contesto del relazionarsi è un grande tema, credo uno dei centrali dei nostri tempi perché credo essere sia rivelatore di valori che fautore di cambi di direzione. Che tu l'abbia visto in qualche modo legato al post iniziale è grande merito.
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Nei miei anni di ossessione cantautoriale, avevo una cassetta di un suo album con canzoni di una tristezza notevole.
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Gente autocertificata risolta, solitamente, forse c'è un pdf scaricabile. Poi come se parla sui social, pieni di psicologi laureati con tesi sui biscotti della fortuna.